LA CITTA' SOMMERSA Il mondo altro dei migranti...i minatori del mare

€ 14.00

Autore:  Mauro Armanino
Formato cm. 14,5x20,5 pag. 136
ISBN 978-88-99841-21-8 Settembre 2017

Sono portatori sani di una malattia chiamata vita, quelli che ogni giorno dal centro del mondo provano a raggiungere la nostra periferia residenziale; indossano un nome, una storia, una speranza o forse un’illusione; qualcuno riesce a raggiungere le spiagge della periferia, altri affondano in quella Caporetto della nostra civiltà che ha nome Mediterraneo; ma per la televisione che ce ne parla, i giornali e il Ministero degli interni, e per i luoghi da scaramuccia – nel Parlamento europeo come su Facebook – sono numeri da contare, pedine da sopportare, unità da statistica, ingombri, cascame umano, corpi senza volto, ombre che vengono da un altrove indefinito, pretesti per la schermaglia tra chi ama pensarsi evoluto e tollerante e chi lascia uscire il bitume che ha nel cuore, ma anche pretesti per agire la speculazione e il riciclaggio. Massimo Angelini

Pennellata dopo pennellata Mauro Armanino va da anni arricchendo il suo affresco africano. Come un pittore attento a ciò che accade vicino a lui, ma anche lontano dalla sua Niamey, perché fili esili, ma drammatici, legano esistenze fragili e coraggiose dal Sahel al mondo. I suoi racconti oscillano tra la Storia (con la S maiuscola) e il personale, perché le nostre esistenze, tutte, sono attraversate dal vento più o meno benigno degli eventi da cui non sempre possiamo o sappiamo ripararci. Da quel Sahel sempre più inaridito, dove anche i cuori di molte persone sembrano essersi prosciugati nel rincorrere le sirene del terrorismo e della guerra santa, padre Mauro lavora al suo mosaico di storie di vita, di testimonianze, che compongono il grande e tragico affresco di un continente che non riesce a liberarsi dal giogo delle dittature, della corruzione e delle nuove forme di colonialismo e sfruttamento che Occidente e Cina mettono in atto quotidianamente. I protagonisti delle sue lettere, che Mauro gentilmente e caparbiamente ci invia quasi settimanalmente, ci raccontano paure, sogni, vittorie e sconfitte di un mondo con gli occhi in su, a guardare quella sponda del mediterraneo che spesso manca, che viene sottratta alla geografia e alla speranza. Un confine tra l’umanità e la non umanità. Quelle lettere vanno messe sul tavolo, una accanto all’altra, per capirne lo spirito più profondo e per coglierne l’insieme. Perché non si può e non si deve continuare a guardare l’Africa e a parlarne, come fanno la maggior parte dei politici occidentali, come se fosse un corpo estraneo.